L' indomani all'imbrunire ero di nuovo in umile attesa davanti alle tue finestre,
in attesa, come lo sono sempre stata per l'intera mia esistenza,
davanti alla tua vita che mi era preclusa.
E finalmente,una sera, ti accorgesti di me.
Ti avevo visto arrivare, già da lontano. e questa volta mi imposi di non evitarti.
Il caso volle che un veicolo, dal quale stavano scaricando qualcosa, ostruisse
in parte la strada e tu fossi costretto a passarmi vicino.
D'istinto il tuo sguardo mi sfiorò, distratto, per trasformarsi subito,
non appena colse l'interesse del mio
- ah come trasalii al ricorso - in quello sguardo da te riservato alle donne,
uno sguardo tenero, che avvolge, e al tempo stesso spoglia, che abbraccia e
già stringe, lo sguardo che per la prima volta aveva destato in me
- allora bambina - la donna , l'innamorata.
Per uno, due secondi, quello sguardo trattenne dunque il mio, che non poteva
nè voleva distogliersi - poi eri già oltre. Il cuore mi batteva; senza volerlo dovetti
rallentare il passo e quando una curiosità incoercibile mi costrinse a voltarmi,
vidi che ti eri fermato e mi stavi seguendo con gli occhi. E dal tuo modo di guardarmi, incuriosito e con interesse, lo capii subito: non mi avevi riconosciuta.
Tu non mi hai riconosciuta, nè allora nè mai: mai mi hai riconosciuta.
Come potrei descriverti, amore mio, la delusione di quell'istante - fu allora la prima
volta che ne soffrii di quel destino di non essere riconosciuta da te che mi ha
accompagnato per tutta la vita e con il quale ora muoio: irriconosciuta.
Come potrei descrivertela, quella delusione!
Perchè vedi, in quei due anni a Innsbruck, durante i quali pensavo di continuo a te e non facevo altro che immaginarmi il nostro primo rivederci a Vienna, io avevo fantasticato -
a seconda del mio umore - sulle prospettive più drammatiche e su quelle più esaltanti.
Tutto era stato vagliato, se posso dir così, in quelle fantasticherie; nei momenti bui, mi figuravo che mi avresti respinta, che mi avresti disprezzata perchè troppo insignificante, troppo brutta, troppo invadente. Tutte le forme del tuo disappunto. della tua frddezza, della tua indifferenza, tutte le avevo percorse nelle mie fervorose visioni - ma questa sola, mai, in nessun moto oscuro dell'animo nè nell'assoluta consapevolezza della mia inferiorità, mi era accaduto di prenderla in considerazione, di figurarmi l'eventualità più atroce: che tu non ti fossi mai accorto della mia esistenza.
Oggi invece capisco bene - e sei stato tu a farmelo capire - che il volto di una ragazza, di una donna, deve essere per un uomo qualcosa di straordinariamente mutevole perchè, nella maggioranza dei casi, rispecchia solo una passione, un gesto infantile, un moto di stanchezza, e svanisce con la stessa facilità di un'immagine allo specchio; capisco insomma che un uomo può dimenticare tanto più facilmente il viso di una donna, perchè l'età vi lascia il segno delle ombre e della luce, perchè i vestiti che ella indossa lo incorniciano diversamente da una volta all'altra.
I rassegnati, solo loro, sono i veri saggi.
S. Zweig. lettera di una sconosciuta
domenica 27 novembre 2011
Qui sul mio cuore, anima crudele
e sorda, vieni, tigre amata, mostro
dalle pose indolenti; le mie dita
tremanti voglio immergere nel fondo
della tua spessa chioma, lungamente;
e seppellir la testa indolenzita
nella tua gonna piena del tuo odore;
come un fiore appassito respirare
dell'amore defunto il tanfo dolce.
Voglio dormire! meglio della vita
è certo il sonno, un sonno dolce come
la morte: e sopra il tuo bel corpo lucido,
come di rame, deporrò i miei baci,
senza rimorso. Nulla può l'abisso
del letto tuo per mandar giù i placati
singhiozzi: l'oblio abita potente
sulla tua bocca; e dentro i baci tuoi
scorre l'acqua del Lete. Al mio destino,
che m'è delizia ormai, voglio obbedire
come un predestinato; e, mite martire,
condannato innocente, il cui fervore
arroventa il supplizio, sulle punte
incantate di questo eretto seno
che non ha mai imprigionato un cuore,
io succhierò il nepente e la cicuta
per annegare tutto il mio rancore
e sorda, vieni, tigre amata, mostro
dalle pose indolenti; le mie dita
tremanti voglio immergere nel fondo
della tua spessa chioma, lungamente;
e seppellir la testa indolenzita
nella tua gonna piena del tuo odore;
come un fiore appassito respirare
dell'amore defunto il tanfo dolce.
Voglio dormire! meglio della vita
è certo il sonno, un sonno dolce come
la morte: e sopra il tuo bel corpo lucido,
come di rame, deporrò i miei baci,
senza rimorso. Nulla può l'abisso
del letto tuo per mandar giù i placati
singhiozzi: l'oblio abita potente
sulla tua bocca; e dentro i baci tuoi
scorre l'acqua del Lete. Al mio destino,
che m'è delizia ormai, voglio obbedire
come un predestinato; e, mite martire,
condannato innocente, il cui fervore
arroventa il supplizio, sulle punte
incantate di questo eretto seno
che non ha mai imprigionato un cuore,
io succhierò il nepente e la cicuta
per annegare tutto il mio rancore
Damon & Naomi - Within These Walls
When I hold my hand above the flame
When I hold my breath beneath the wave
Come to me, find me there
Come save me, find me there
All I have is you
In this world too unkind
In this place too cold
In this night that is too long
When I lose sight of what is real
When I can't escape the way I feel
Come to me, find me there
Come save me, find me there
All I have is you
In this world too unkind
In this place too cold
In this night that is too long
Bellevue, Paris
Bolulevard Verre 31
7 novembre 1926
Caro Rainer,
io vivo qui.
Mi ami ancora?
Bolulevard Verre 31
7 novembre 1926
Caro Rainer,
io vivo qui.
Mi ami ancora?
L'anno finisce con la tua morte?
Fine? Inizio!
Sei tu a te stesso l'anno più nuovo.
Caro, lo so, tu mi stai leggendo prima ancora che io scriva.
Rainer, ecco, sto piangendo, sei tu che mi sgorghi dagli occhi.
Caro, se tu sei morto - vuol dire che non esiste nessuna morte
o nessuna vita. Cosa ancora?
La piccola cittadina nella Savoia - quando. dove?
E, Rainer, com'è il nido per il sonno?
Non voglio rileggere le tue lettere, altrimenti mi verrà voglia
di raggiungerti, di venire là - e non oso volerlo:
tu sai bene che cosa è legato a questo volere.
Rainer, ti sento immancabilmente dietro la mia spalla destra.
Hai mai pensato a me? Si, si, si...
Domani è l'anno nuovo, Rainer - il 1927.
Il 7 è il tuo numero preferito. Vuol dire che sei nato nel 1876?
Come sono infelice.
Ma non devo affliggermi.
Stanotte, a mezzanotte, brinderò con te.
Tu sai come colpirò il tuo bicchiere piano piano.
Caro, fai in modo che io ti sogni spesso - anzi no, non è giusto:
vivi nel mio sogno.
Adesso hai il diritto di desiderare.
Io e te non abbiamo mai creduto nel nostro incontro qui sulla terra -
come non abbiamo mai creduto in questa vita, non è vero?
Tu mi hai preceduto e per accogliermi bene, mi hai prenotato
non una stanza, non una casa, ma un intero paesaggio.
Ti bacio sulle labbra, naturalmente sulle labbra come un vivo.
Caro, amami più forte e diversamente da tutto.
Non arrabbiarti - ti devi abituare a me, a come sono.
Non è vero...non sei ancora in alto e lontano, sei proprio qui accanto,
la fronte sulla mia spalla.
Non sarai mai lontano: l'irraggiungibile non è mai alto.
Sei il mio caro ragazzo adulto.
Rainer......scrivimi...
Marina
perché no semplicemente la deprecata
occasione della
effusione verbale?
non è meglio abortire che essere sterili?
le ore dopo la tua partenza sono così plumbee
cominciano sempre troppo presto a trascinare
i rampini a artigliare ciecamente il letto della mancanza
svellendo le ossa i vecchi amori
orbite già riempite di occhi come i tuoi
tutto sempre è meglio troppo presto che mai
il nero bisogno spruzzato sulle loro facce
di nuovo dicendo nove giorni mai fecero galleggiare l'amato
né nove mesi
né nove vite
di nuovo dicendo
se non mi insegni non imparerò
di nuovo dicendo anche per le ultime
volte c'è un'ultima volta
ultime volte di mendicare
ultime volte di amare
di sapere di non sapere di fingere
un'ultima anche per le ultime volte di dire
se non mi ami non sarò amato
se non ti amo non amerò
il battiburro di parole stantie di nuovo nel cuore
amore amore amore tonfo del vecchio pistone
che pesta l'inalterabile
siero di parole
di nuovo atterrito
di non amare
di amare e non te
di essere amato e non da te
di sapere di non sapere di fingere
fingere
io e tutti gli altri che ti ameranno
se ti amano
a meno che ti amino
S. Beckett
occasione della
effusione verbale?
non è meglio abortire che essere sterili?
le ore dopo la tua partenza sono così plumbee
cominciano sempre troppo presto a trascinare
i rampini a artigliare ciecamente il letto della mancanza
svellendo le ossa i vecchi amori
orbite già riempite di occhi come i tuoi
tutto sempre è meglio troppo presto che mai
il nero bisogno spruzzato sulle loro facce
di nuovo dicendo nove giorni mai fecero galleggiare l'amato
né nove mesi
né nove vite
di nuovo dicendo
se non mi insegni non imparerò
di nuovo dicendo anche per le ultime
volte c'è un'ultima volta
ultime volte di mendicare
ultime volte di amare
di sapere di non sapere di fingere
un'ultima anche per le ultime volte di dire
se non mi ami non sarò amato
se non ti amo non amerò
il battiburro di parole stantie di nuovo nel cuore
amore amore amore tonfo del vecchio pistone
che pesta l'inalterabile
siero di parole
di nuovo atterrito
di non amare
di amare e non te
di essere amato e non da te
di sapere di non sapere di fingere
fingere
io e tutti gli altri che ti ameranno
se ti amano
a meno che ti amino
S. Beckett
Times, nothing's right, if you ain't here
I'll give all that I have just to keep you near
I wrote you a letter, I tried to make it clear
That you just don't believe that I'm sincere
I've been thinking about you, baby
I've been thinkin' about you, baby
I want you to live with me, wow
I've been thinkin' about you, baby
I want you to live with me
I'll give all that I have just to keep you near
I wrote you a letter, I tried to make it clear
That you just don't believe that I'm sincere
I've been thinking about you, baby
I've been thinkin' about you, baby
I want you to live with me, wow
I've been thinkin' about you, baby
I want you to live with me
Mio amore, lasciami analizzare con te questo fenomeno così misterioso:
lascia che io ti spieghi che ognuno di noi possiede nel suo sesso tracce
dell'altro sesso che sono gli elementi dell'amore, ed è in virtù di una
sfumatura subito dissipata che tu hai in te il mezzo di percepire
il colore esatto della vertigine che io ho immediatamente provato
nell'incontrarti.
Occorre che tu senta fino alla pulsazione del cuore quanto
sei bella nel mio sguardo, come se esso, conoscendoti, abbandonasse l'ombra
delle sue foreste e risalisse il corso del sole...
Ah, se tu sapessi quanto la mia carne si è assolata della tua immagine,
quanto essa si sia ripromessa di avvicinarsi alla fonte del tuo corpo,
da che essa è così lontana e così vicina; io ho conosciuto allora
in tutta la loro ampiezza questi segreti unici intravisti nella tua attesa.
Ho capito tutto l'esoterismo dell'amore. Tutta la mia carne,
attraversandosi della tua immagine di una chiarezza spirituale,
tutta la mia carne, nella tua luce silenziosa fino alle sue profondità originarie,
non sai forse che essa ha fatto il sogno di esplorare senza abbandonarti
tutto l'abisso dischiuso negli anni?"
II tuo essere delizioso ha fatto sorgere nel mio animo qualcosa d'immenso,
un sogno insensato che non sa ove posarsi; perchè il suo candore lo induce a
credere che sia pericoloso, che sia forse terribile avventurarsi nella tua vita"
"E' triste non avere che occhi per amarla.
E resto, nella sua assenza, con una povera anima che vaga nel buio,
rinchiusa nel segreto dietro questo corpo illuminato,
oscuro e raggiante come un fangoso cumulo di neve
lascia che io ti spieghi che ognuno di noi possiede nel suo sesso tracce
dell'altro sesso che sono gli elementi dell'amore, ed è in virtù di una
sfumatura subito dissipata che tu hai in te il mezzo di percepire
il colore esatto della vertigine che io ho immediatamente provato
nell'incontrarti.
Occorre che tu senta fino alla pulsazione del cuore quanto
sei bella nel mio sguardo, come se esso, conoscendoti, abbandonasse l'ombra
delle sue foreste e risalisse il corso del sole...
Ah, se tu sapessi quanto la mia carne si è assolata della tua immagine,
quanto essa si sia ripromessa di avvicinarsi alla fonte del tuo corpo,
da che essa è così lontana e così vicina; io ho conosciuto allora
in tutta la loro ampiezza questi segreti unici intravisti nella tua attesa.
Ho capito tutto l'esoterismo dell'amore. Tutta la mia carne,
attraversandosi della tua immagine di una chiarezza spirituale,
tutta la mia carne, nella tua luce silenziosa fino alle sue profondità originarie,
non sai forse che essa ha fatto il sogno di esplorare senza abbandonarti
tutto l'abisso dischiuso negli anni?"
II tuo essere delizioso ha fatto sorgere nel mio animo qualcosa d'immenso,
un sogno insensato che non sa ove posarsi; perchè il suo candore lo induce a
credere che sia pericoloso, che sia forse terribile avventurarsi nella tua vita"
"E' triste non avere che occhi per amarla.
E resto, nella sua assenza, con una povera anima che vaga nel buio,
rinchiusa nel segreto dietro questo corpo illuminato,
oscuro e raggiante come un fangoso cumulo di neve
là tu venisti: doveva averti chiamata
il dio che ai troiani voleva dar gloria...
Tre volte girasti intorno alla cava insidia, palpandola
e per nome chiamavi i più forti dei Danai,
e delle donne di tutti gli Argivi fingevi la voce.
Io dunque e il Tidide e Odisseo glorioso
seduti nel mezzo, sentimmo come gridavi.
E a noi due venne voglia, balzando,
d'uscire o di risponderti subito, di là dentro.
Ce lo impedì Odisseo, ci trattenne per quanto bramosi.
E tutti allora rimasero zitti i figli degli Achei,
Anticlo solo voleva con parole risponderti.
Ma gli chiuse la bocca Odisseo con le mani
possenti, senza pietà, e salvò tutti gli Achei.
Così lo tenne, finchè lontano Pallade Atena ti spinse...
Odissea, 4, 274 - 289
Così racconta Menelao, rivolto alla moglie, durante il banchetto
in onore di Telemaco giunto a Sparta alla ricerca di notizie del padre...
Lo strumento che Elena usa per tendere l'ultimo inganno ai greci
rinchiusi nel cavallo, è la voce...
La parola nel mondo greco era appannaggio e attributo maschile.
Sono gli uomini che usano la voce, nello spazio privato della casa
per comandare, in quello pubblico per esprimere le loro opinioni,
discutere, convincere.
Le donne invece fanno sentire la loro voce solo all'interno delle case,
nelle conservazioni private, tra di loro...
La parola per le donne non è strumento di potere.
Tuttavia non di rado accade che esse se ne servano con questo scopo.
Ovviamente e inevitabilmente in modo obliquo infido pericolosissimo.
Perchè la parola femminile, la voce della donna è strumento che fa perdere
agli uomini l'uso della ragione
Superfluo ricordare gli effetti del canto delle sirene e che tra i doni
che vennero fatti alla prima donna, Pandora, quando venne mandata tra gli uomini
per punirli della loro arroganza e rendere infelice la loro vita, vi furono
parole ingannatrici e la charis, la grazia, che consentiva di sedurre gli
uomini, inducendoli a fare tutto quello che esse volevano...
il dio che ai troiani voleva dar gloria...
Tre volte girasti intorno alla cava insidia, palpandola
e per nome chiamavi i più forti dei Danai,
e delle donne di tutti gli Argivi fingevi la voce.
Io dunque e il Tidide e Odisseo glorioso
seduti nel mezzo, sentimmo come gridavi.
E a noi due venne voglia, balzando,
d'uscire o di risponderti subito, di là dentro.
Ce lo impedì Odisseo, ci trattenne per quanto bramosi.
E tutti allora rimasero zitti i figli degli Achei,
Anticlo solo voleva con parole risponderti.
Ma gli chiuse la bocca Odisseo con le mani
possenti, senza pietà, e salvò tutti gli Achei.
Così lo tenne, finchè lontano Pallade Atena ti spinse...
Odissea, 4, 274 - 289
Così racconta Menelao, rivolto alla moglie, durante il banchetto
in onore di Telemaco giunto a Sparta alla ricerca di notizie del padre...
Lo strumento che Elena usa per tendere l'ultimo inganno ai greci
rinchiusi nel cavallo, è la voce...
La parola nel mondo greco era appannaggio e attributo maschile.
Sono gli uomini che usano la voce, nello spazio privato della casa
per comandare, in quello pubblico per esprimere le loro opinioni,
discutere, convincere.
Le donne invece fanno sentire la loro voce solo all'interno delle case,
nelle conservazioni private, tra di loro...
La parola per le donne non è strumento di potere.
Tuttavia non di rado accade che esse se ne servano con questo scopo.
Ovviamente e inevitabilmente in modo obliquo infido pericolosissimo.
Perchè la parola femminile, la voce della donna è strumento che fa perdere
agli uomini l'uso della ragione
Superfluo ricordare gli effetti del canto delle sirene e che tra i doni
che vennero fatti alla prima donna, Pandora, quando venne mandata tra gli uomini
per punirli della loro arroganza e rendere infelice la loro vita, vi furono
parole ingannatrici e la charis, la grazia, che consentiva di sedurre gli
uomini, inducendoli a fare tutto quello che esse volevano...
Ah! se l'avessi incontrata prima, Molly, quando c'era ancora il tempo di prendere una strada invece che un'altra! Prima di perdere il mio entusiasmo su quella troia di Musyne e su quella stronzetta di Lola! Ma era troppo tardi per rifarmi una giovinezza. Non ci credevo più! Si diventa rapidamente vecchi e in modo irrimediabile per giunta. Te ne accorgi da come hai preso ad amare le tue disgrazie tuo malgrado. La natura è più forte di te, ecco tutto. Ci prende le misure in un certo genere e non puoi più uscirne da quel genere lì. Si prende pian piano sul serio il proprio ruolo e il proprio destino senza rendersene conto e poi quando ci si volta indietro è troppo tardi per cambiare. Si diventa tutti agitati ed è tutto così per sempre. Lei cercava gentilmente di tenermi vicino, Molly, di dissuadermi...Volevo evitare di contrariarla, le mi capiva e preveniva la mia preoccupazione...lei mi ha ascoltato per giorni e giorni, a mettermi in mostra e a raccontarmi da far schifo, intento a dibattermi fra fantasmi e orgoglio, e lei non se ne spazientì affatto, proprio il contrario. Cercava soltanto di aiutarmi a vincere quella vana e sciocca angoscia...
Arrivò il momento della mia partenza. Andammo una sera verso alla stazione. "Ecco che sei già lontano, Férdinand. Tu fai, vero, Férdinand, esattamente quel che hai voglia di fare! Ecco quel che importa...E' solo questo che conta..." Il treno è entrato in stazione. non ero più molto sicuro della mia avventura quando ho visto la macchina. L'ho abbracciata Molly con tutto il coraggio che avevoa ncora nella ossa. Avevo una gran pena, per me, per lei, per tutti gli uomini. E' forse questo che si cerca nella vita, nient'altro che questo, la più gran pena possibile per diventare se stessi prima di morire.
Arrivò il momento della mia partenza. Andammo una sera verso alla stazione. "Ecco che sei già lontano, Férdinand. Tu fai, vero, Férdinand, esattamente quel che hai voglia di fare! Ecco quel che importa...E' solo questo che conta..." Il treno è entrato in stazione. non ero più molto sicuro della mia avventura quando ho visto la macchina. L'ho abbracciata Molly con tutto il coraggio che avevoa ncora nella ossa. Avevo una gran pena, per me, per lei, per tutti gli uomini. E' forse questo che si cerca nella vita, nient'altro che questo, la più gran pena possibile per diventare se stessi prima di morire.
sabato 26 novembre 2011
Non trattenerti così
Ti ferirai le ginocchia
Ho baciato la tua bocca e la tua schiena
ma è tutto ciò di cui ho bisogno
Non costruire il tuo mondo su vulcani che ti fondono
Quello che sono per te non è reale
Quello che sono per te non è qualcosa di cui non hai bisogno
Quello che sono per te non è quello che sei tu per me
Tu mi dai miglia e miglia di montagne
Ed io chiedo il mare
Non lanciarti così
di fronte a me
Ho baciato la tua bocca e la tua schiena
è questo tutto ciò di cui hai bisogno?
Non trascinare il mio amore attorno a vulcani che mi fondono
Quello che sono per te non è reale
Quello che sono per te non è qualcosa di cui non hai bisogno
Quello che sono per te non è quello che sei tu per me
Tu mi dai miglia e miglia di montagne
e io chiedo ciò che do io a te
E' solo quello che sto passando
questo non è niente di nuovo
No, no, solo un'altra fase del cercare ciò di cui ho bisogno
E' ciò che mi fa sanguinare
E come una nuova malattia
lei è troppo giovane per essere curata
Vulcani mi fondono
lei è ancora troppo giovane
Ho baciato la tua bocca
tu non hai bisogno di me
Ti ferirai le ginocchia
Ho baciato la tua bocca e la tua schiena
ma è tutto ciò di cui ho bisogno
Non costruire il tuo mondo su vulcani che ti fondono
Quello che sono per te non è reale
Quello che sono per te non è qualcosa di cui non hai bisogno
Quello che sono per te non è quello che sei tu per me
Tu mi dai miglia e miglia di montagne
Ed io chiedo il mare
Non lanciarti così
di fronte a me
Ho baciato la tua bocca e la tua schiena
è questo tutto ciò di cui hai bisogno?
Non trascinare il mio amore attorno a vulcani che mi fondono
Quello che sono per te non è reale
Quello che sono per te non è qualcosa di cui non hai bisogno
Quello che sono per te non è quello che sei tu per me
Tu mi dai miglia e miglia di montagne
e io chiedo ciò che do io a te
E' solo quello che sto passando
questo non è niente di nuovo
No, no, solo un'altra fase del cercare ciò di cui ho bisogno
E' ciò che mi fa sanguinare
E come una nuova malattia
lei è troppo giovane per essere curata
Vulcani mi fondono
lei è ancora troppo giovane
Ho baciato la tua bocca
tu non hai bisogno di me
When I left you alone to fight your battles
Of long winters in motels, what went through your mind?
How is it that you made it? How is it that you noticed?
It wasn't me who was looking at you
Through foggy glass or windows... it was them
I was out in Coolidge with my head on a counter
Drinking down my chances to ever return to anyone
No I wasn't faking it the hurt I felt was real
And all that was holy just slowly disappeared
Or just appeared in parking lots of truck stops
The lights all blinking and now all I'm thinking is
"How the hell did I get here?"
Does your husband know I call you sweetheart?
Does he know that I call you at all?
It's not like you're cheating we're only meeting
In hotels and not your home
(It's not like we're cheating
We're only meeting in hotels and not your home)
Would you change your last name to mine?
(Would you change your last name to mine?)
I think your kids will mind
I was in the desert waving planes and burning phonebooks
To a tune that was famous the year I was born
Do not leave me dancing alone
(Do not leave me dancing alone, pick up the phone and call me lover)
Pick up the phone
And call me lover
Say, "Come and get me, I am home"
Please pick up the phone
Please pick up the phone
How is it that you made it? How is it that you noticed?
It wasn't me who was looking at you
Through foggy glass or windows... it was them
I was out in Coolidge with my head on a counter
Drinking down my chances to ever return to anyone
No I wasn't faking it the hurt I felt was real
And all that was holy just slowly disappeared
Or just appeared in parking lots of truck stops
The lights all blinking and now all I'm thinking is
"How the hell did I get here?"
Does your husband know I call you sweetheart?
Does he know that I call you at all?
It's not like you're cheating we're only meeting
In hotels and not your home
(It's not like we're cheating
We're only meeting in hotels and not your home)
Would you change your last name to mine?
(Would you change your last name to mine?)
I think your kids will mind
I was in the desert waving planes and burning phonebooks
To a tune that was famous the year I was born
Do not leave me dancing alone
(Do not leave me dancing alone, pick up the phone and call me lover)
Pick up the phone
And call me lover
Say, "Come and get me, I am home"
Please pick up the phone
Please pick up the phone
Avvinti passarono delle ore, ore di respiri comuni, di palpiti comuni, ore in cui K. aveva
sempre più il sentimento di smarrirsi in un luogo estraneo, dove nessun uomo era stato
prima di lui, un luogo estraneo, in cui l'aria stessa non aveva nessun elemento dell'aria
del proprio paese, in cui si doveva soffocare per questa estraneità, tanto che in
quelle insensate seduzioni, non si poteva fare altro che andare avanti, smarrirsi ulteriormente.
E così egli non provò, almeno all'inizio, alcun terrore, ma anzi una sensazione consolante
di un possibile emergere dalle tenebre.
sempre più il sentimento di smarrirsi in un luogo estraneo, dove nessun uomo era stato
prima di lui, un luogo estraneo, in cui l'aria stessa non aveva nessun elemento dell'aria
del proprio paese, in cui si doveva soffocare per questa estraneità, tanto che in
quelle insensate seduzioni, non si poteva fare altro che andare avanti, smarrirsi ulteriormente.
E così egli non provò, almeno all'inizio, alcun terrore, ma anzi una sensazione consolante
di un possibile emergere dalle tenebre.
ROMEO - L’intenzione d’andare a questa festa
è buona, ma non è da senno andarci.
MERCUZIO - E perché mai?
ROMEO - Stanotte ho fatto un sogno.
MERCUZIO - Anch’io.
ROMEO - Davvero. E che cosa hai sognato?
MERCUZIO - Che quei che sognano spesso soggiacciono...
MERCUZIO - Ah, ho capito:
da te c’è stata la regina Mab.
ROMEO - Regina Mab? Chi diavolo è costei?
MERCUZIO - La mammana del regno delle fate;
e si presenta sempre in una forma
non più grossa d’una pietruzza d’agata
al dito indice di un assessore;
viaggia su un equipaggio trainato
da una muta di piccoli esserini,
e si posa sul naso di chi dorme;
i raggi delle ruote di quel traino
sono formati da zampe di ragno,
il mantice dall’ali di locuste,
le briglie da sottili filamenti
d’esili ragnatele; i pettorali
dai rugiadosi raggi della luna;
la frusta ha il manico d’osso di grillo
e la sferza d’un filo sottilissimo;
il cocchiere, a cassetta, è un moscerino
tutto grigio-vestito, non più grande
della metà d’uno di quei vermetti
che si tolgono fuori con lo spillo
dal dito d’una pigra fanciulletta;
il cocchio è un guscio cavo di nocciola
lavorato così da uno scoiattolo
falegname o da qualche vecchio tarlo;
son essi i carrozzieri delle fate
l’uno e l’altro, da tempo immemorabile.
In questo arnese, Mab va cavalcando,
la notte, pei cervelli degli amanti,
e allora questi sognano d’amore;
ROMEO - Basta, via, Mercuzio, basta!
Stai parlando del nulla!
MERCUZIO - Sì, di sogni,
che sono i figli d’un cervello pigro,
fatti solo di vana fantasia,
che sono inconsistenti come l’aria,
più incostanti del vento, che ora scherza
col grembo gelido del settentrione,
ed ora, all’improvviso, in tutta furia,
se ne va via sbuffando e volge il volto
alle stillanti rugiade del sud.
BENVOLIO - Ho paura che il sogno di cui parli
ci stia soffiando fuori di noi stessi:
perché la cena dev’esser finita,
e noi arriveremo troppo tardi.
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