domenica 27 novembre 2011


Bellevue, Paris
Bolulevard Verre 31
7 novembre 1926

Caro Rainer,
io vivo qui.
Mi ami ancora?
 

L'anno finisce con la tua morte?
Fine? Inizio!
Sei tu a te stesso l'anno più nuovo.
Caro, lo so, tu mi stai leggendo prima ancora che io scriva.
Rainer, ecco, sto piangendo, sei tu che mi sgorghi dagli occhi.
Caro, se tu sei morto - vuol dire che non esiste nessuna morte
o nessuna vita. Cosa ancora?
La piccola cittadina nella Savoia - quando. dove?
E, Rainer, com'è il nido per il sonno?
Non voglio rileggere le tue lettere, altrimenti mi verrà voglia
di raggiungerti, di venire là - e non oso volerlo:
tu sai bene che cosa è legato a questo volere.

Rainer, ti sento immancabilmente dietro la mia spalla destra.
Hai mai pensato a me? Si, si, si...
Domani è l'anno nuovo, Rainer - il 1927.
Il  7 è il tuo numero preferito. Vuol dire che sei nato nel 1876?
Come sono infelice.
Ma non devo affliggermi.
Stanotte, a mezzanotte, brinderò con te.
Tu sai come colpirò il tuo bicchiere piano piano.
Caro, fai in modo che io ti sogni spesso - anzi no, non è giusto:
vivi nel mio sogno.
Adesso hai il diritto di desiderare.
Io e te non abbiamo mai creduto nel nostro incontro qui sulla terra -
come non abbiamo mai creduto in questa vita, non è vero?
Tu mi hai preceduto e per accogliermi bene, mi hai prenotato
non una stanza, non una casa, ma un intero paesaggio.
Ti bacio sulle labbra, naturalmente sulle labbra come un vivo.
Caro, amami più forte e diversamente da tutto.
Non arrabbiarti - ti devi abituare a me, a come sono.
Non è vero...non sei ancora in alto e lontano, sei proprio qui accanto,
la fronte sulla mia spalla.
Non sarai mai lontano: l'irraggiungibile non è mai alto.
Sei il mio caro ragazzo adulto.

Rainer......scrivimi...
                                                                    
                                                                      Marina

Nessun commento:

Posta un commento