martedì 31 luglio 2012
domenica 29 luglio 2012
Immortali per le strade non ce n'è
ci avevano detto che gli uomini, non un uomo, sopravvivono
che a noi tocca la stessa immortalità come alle belve nell'amore che genera, e sapessi o no che era il solo atto consentito oltre il limite di uno
l'ossequio necessario alle consuetudini della specie
anch'io mi sono sentito in gran ritmo naturale sopra una donna e ci guardava un mare
come avessimo avuto un senso, o guardavamo un mare
come avesse avuto un senso
ci avevano detto che gli uomini, non un uomo, sopravvivono
che a noi tocca la stessa immortalità come alle belve nell'amore che genera, e sapessi o no che era il solo atto consentito oltre il limite di uno
l'ossequio necessario alle consuetudini della specie
anch'io mi sono sentito in gran ritmo naturale sopra una donna e ci guardava un mare
come avessimo avuto un senso, o guardavamo un mare
come avesse avuto un senso
sabato 28 luglio 2012
Vedevi come giorno a giorno ti sfregavo
le cosce con l’incubo,
e razzolare il terrore nei domini del sesso
e niente mi dicevi.
le cosce con l’incubo,
e razzolare il terrore nei domini del sesso
e niente mi dicevi.
Vedevi nei miei occhi scene di altri tempi
sequenze di case bruciate e rumore di linciaggio
e toccavi con schifo le squame
e non dicevi niente.
sequenze di case bruciate e rumore di linciaggio
e toccavi con schifo le squame
e non dicevi niente.
E mi lavavi con lo straccio il culo:
tutto quel che restava
e dicevi che era il vento quando fuori gridavano
i cani un’altra volta la mia morte:
e mi parlavi del vento perché niente restava.
tutto quel che restava
e dicevi che era il vento quando fuori gridavano
i cani un’altra volta la mia morte:
e mi parlavi del vento perché niente restava.
Fingevi d’ignorarmi quando, solo, chiedevo
la morte che mi era dovuta
e quando insistevo che era
la stanza una cappella ardente
per ardere i giorni come sigari o candele,
onore postumo a quel che c’era nel mio corpo:
dicevi che era il vento.
la morte che mi era dovuta
e quando insistevo che era
la stanza una cappella ardente
per ardere i giorni come sigari o candele,
onore postumo a quel che c’era nel mio corpo:
dicevi che era il vento.
Baciavi con l’oro
dolce della tua pazienza la corona
grottesca della mia pazzia
e lasciavi che facesse giorno e poi
notte nella finestra chiusa:
dicevi che era il tempo.
dolce della tua pazienza la corona
grottesca della mia pazzia
e lasciavi che facesse giorno e poi
notte nella finestra chiusa:
dicevi che era il tempo.
Dicevi che ero io quando spettri credevo
di vedere nella tua testa e nel tuo
cuore la danza notturna
e quando ti picchiavo e ti insultavo
bestemmiando contro quanto di più tenero
e non sapevo che mi amavi.
di vedere nella tua testa e nel tuo
cuore la danza notturna
e quando ti picchiavo e ti insultavo
bestemmiando contro quanto di più tenero
e non sapevo che mi amavi.
E così vivere è solo mendicare alle tue porte
e aspettare ai tuoi piedi, e sognare il tuo sguardo nel limbo
crudele dei muri di questa stanza,
anche se in fondo potrei
dire che accetto la vita
per rispetto a te che hai pietà di lei
e non so se c’è, e non vorrei
credere che ci sia stata un qualche giorno lontano,
e non so se c’è.
e aspettare ai tuoi piedi, e sognare il tuo sguardo nel limbo
crudele dei muri di questa stanza,
anche se in fondo potrei
dire che accetto la vita
per rispetto a te che hai pietà di lei
e non so se c’è, e non vorrei
credere che ci sia stata un qualche giorno lontano,
e non so se c’è.
E non so se c’è, e cos’è questa cosa che sboccia
simile al pus per i muri, cosa sono questi libri
vecchi come la mia vita, testimoni di segreti
assurdi e grotteschi che ormai a nessuno interessano,
ridicoli come la mia vita e ancora più comici
della mia figura.
simile al pus per i muri, cosa sono questi libri
vecchi come la mia vita, testimoni di segreti
assurdi e grotteschi che ormai a nessuno interessano,
ridicoli come la mia vita e ancora più comici
della mia figura.
E non so se c’è vita
o se qui ne resta alcuna, e
se tutto questo non è bestemmia, se viverlo non è peccare
se merita il suo essere questa solitudine di lebbra
e di maledizione che pronunciano solo
gli altri per la loro fuga, e con risa e orge
attorno a questo cadavere fragile, solo aria,
e celebrano la mia rovina e di notte urinano
su questa tomba immensamente umiliata.
o se qui ne resta alcuna, e
se tutto questo non è bestemmia, se viverlo non è peccare
se merita il suo essere questa solitudine di lebbra
e di maledizione che pronunciano solo
gli altri per la loro fuga, e con risa e orge
attorno a questo cadavere fragile, solo aria,
e celebrano la mia rovina e di notte urinano
su questa tomba immensamente umiliata.
Io non so come può essere tanto immensa la mia morte,
né qual è il mistero che fa passare i giorni
né ciò che tiene in piedi la marionetta che va
ormai torti i fili e senza sapere ormai niente
né perché ho scritto questo, né se c’è qualcosa di scritto
se le lettere non sono dal marciapiede raschiate,
da ogni cultura.
né qual è il mistero che fa passare i giorni
né ciò che tiene in piedi la marionetta che va
ormai torti i fili e senza sapere ormai niente
né perché ho scritto questo, né se c’è qualcosa di scritto
se le lettere non sono dal marciapiede raschiate,
da ogni cultura.
Io non so cos’è la luce
misteriosa e crudele che appare a quest’ora
eternamente immobile di un assurdo mattino
non lo so, ma so che c’è accanto a me una sorella
unico essere che esiste anche dopo il niente:
misteriosa e crudele che appare a quest’ora
eternamente immobile di un assurdo mattino
non lo so, ma so che c’è accanto a me una sorella
unico essere che esiste anche dopo il niente:
E questa lingua che lecca
giorno dopo giorno le inutili piaghe
e il dolore senza dolore, come un’ombra vana,
come mal di denti o carie in un letto,
questa lingua instancabile che accarezza la lebbra
la stessa che ama i morti è forse, oggi che in fine niente
ormai resta scritto,
sopra un foglio fantasma l’unica poesia.
giorno dopo giorno le inutili piaghe
e il dolore senza dolore, come un’ombra vana,
come mal di denti o carie in un letto,
questa lingua instancabile che accarezza la lebbra
la stessa che ama i morti è forse, oggi che in fine niente
ormai resta scritto,
sopra un foglio fantasma l’unica poesia.
venerdì 27 luglio 2012
giovedì 26 luglio 2012
domenica 15 luglio 2012
sabato 7 luglio 2012
domenica 1 luglio 2012
10 - Disintegration (HD720p)
mi manca il bacio del tradimento
il bacio senza vergogna della vanità
il morbido e il nero e il vellutato
ben fissato al mio fianco
e bocca e occhi e il cuore tutto sanguina
e corre in flussi sempre più densi desiderio
mentre pezzo dopo pezzo inizia il bisogno
di lasciar andare la mia parte allegra
Oh mi manca il bacio del tradimento
il doloroso bacio prima che nutra
il fetore di un amore
per una carne più giovane
e il suono che fà quando taglia nel profondo
il tenersi su in ginocchio
la dipendenza dalle falsità
mentre pezzo dopo pezzo inizia il bisogno
di lasciar andare la mia parte allegra
ma io non ho mai detto che
sarei rimasto fino alla fine
così ti lascio con i bambini nella speranza per la frequenza
gridando così nella speranza per la segretezza
gridandomi addosso ancora e ancora
ti lascio con le fotografie ritratti dell'inganno
macchie sul tappeto e macchie sullo scenario
canzoni sulla felicità mormorate nei sogni
quando tutti e due sappiamo
come la fine potrebbe essere…
allora è tornato tutto indietro per spezzarsi
ancora
spezzarsi come se fossi fatto di vetro ancora
fatto su dietro le mie spalle ancora
trattenendo il respiro per la paura di dormire ancora
tenuto su dietro la mia testa ancora
tagliato in profondità fino al cuore dell'osso
ancora
intorno e intorno e intorno esi sta spezzando ancora
di nuovo e di nuovo e di nuovo
adesso che so che sto crollando a pezzi
tirerò fuori il mio cuore e lo darò in pasto a chiunque
piangendo per compassione lacrime di coccodrillo
per l'amore per la folla e i tre cin-cin
da ogniuno
cadendo attraverso il cielo attraverso il vetro
del tetto
attraverso il tetto della tua bocca per la bocca dei tuoi occhi
attraverso la cruna dell' ago
è più facile per me arrivare più vicino al paradiso
che sentirmi mai integro ancora
non ho mai detto che sarei rimasto fino alla fine
sapevo che ti avrei lasciato con i bambini e tutto
il resto
gridando così nell'imbroglio della sincerità
gridandomi addosso ancora e ancora
ti lascio con le fotografie ritratti dell'inganno
macchie sul tappeto e macchie nella memoria
canzoni sulla felicità mormorate nei sogni
quando tutti e due sappiamo
come la fine è sempre…
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