lunedì 26 dicembre 2011

Anticipa ogni addio , quasi già fosse alle tue spalle
come l'inverno che ora se ne va;
perché c'è tra gli inverni uno  così infinito
che, se il tuo cuore sverna,  resiste ormai per sempre 
 
Sii sempre morto in Euridice - e innalzati
fino al rapporto puro, con più forza cantando, celebrando
Qui tra gli effimeri sii, nel regno del declino,
un calice squillante, che squillando già s'infranse
 
Sii - e la condizione del Non-Essere al tempo stesso 
sappila,questo fondo infinito del tuo interno vibrare,
perchè s'adempia intera compiutamente in quest'unica volta
 
Alle risorse esauste,alle altre informi e mute 
della piena Natura, alle somme indicibili
te stesso aggiungi, in gioia, e annienta il numero 
 

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